Description
“Altri curatori, altri galleristi se ne sarebbero usciti con “patetiche scuse per l’inadeguata informazione, lamenti per la carenza di tempo e denaro, per l’indifferenza o la aperta ostilità delle pubbliche autorità, le difficoltà interposte ai viaggi istruttivi da nevose catene di montagne, fiumi in piena, foreste stormenti, armenti in fuga, guerre locali, epidemie letali, languide quarantene, ingegnose vaccinazioni, limitazioni alla libertà di stampa, colpi di stato, sommosse contadine, scontri ferroviari, apostasie ideologiche”[1] – ma non questi.
Con l’oggetto stampato che avete in mano, presentiamo il terzo atto della mostra su quei giocattoli pacati che governano tutt’un mondo che ci riguarda e che ci guarda in silenzio.
Fin dall’inizio, viste l’origine e l’esperienza degli artisti coinvolti, questa mostra è stata concepita per Glasgow, Ginevra e Milano, anche se include contributi da Mosca, Roma e altrove. “
[1] Giorgio Manganelli, Nuovo Commento (1969) (Biblioteca Adelphi, 2009), p. 24.
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